martedì 18 novembre 2008

Facciamo solo un giro...

Sabato sera stavo proprio male. Non so come sia cominciato, perché fino all'ora della messa stavo bene; e - certo - lungo la strada di casa non faceva caldo, ma da qui a farmi ammalare...fatto sta che languivo sul divano, valutando quanto potesse suonare scortese non uscire ed andare a letto. Ho così preso consiglio di andare comunque all'oratorio, salutare i presenti di mia conoscenza, in modo di metterli a parte della mia indisposizione, e redire il prima possibile sotto le mie coperte.

Il più infagottato possibile mi metto per strada, e già dall'angolo di via Calvi scorgo l'auto di Geordie; prima delle nove e trenta, e questo già rendeva la serata un evento. Entro, al solito intercetto anche Fabio, e senza sforzarmi di fingere vengo preso dalle mie convulsioni di tosse che tutti quelli che mi conoscono hanno bene in mente. È evidente che sto poco bene, e lo faccio presente e annuncio che tornerò a casa. Ma un salto ad un posto tranquillo lo fai!, e poco ci si può opporre. Già il fatto che il posto proposto fosse il Gas Beer di Gazzaniga (niente di particolare, ma Gazzaniga è lontana!) non faceva presagire una serata tranquilla; nonostante Fabio approvasse, e solitamente pone il veto sul locale. L'arcano è presto spiegato, perché appena vista l'insegna sbotta "Ah! Intendevi QUESTO posto. No, io intendevo quel posto là, quello con le bariste carine". Considerato che non è che lui sia di palato difficile, non era esattamente facile intuire a quale bar facesse riferimento, ma ulteriori dettagli circa la distanza ed il freddo ci fa capire che si intende il Ritual di Clusone. Ma pensa che coincidenza! Potremmo passare a salutare Ivan Belli, che sarebbe il dj della Collina, la discotechina di Clusone, che cerca di emulare invano il successo dell'Antares, ed alla nostra veneranda età di ventidue-ventitré anni sembra di capitare ad una festa delle medie. Comunque, fatti i saluti e la conversazione, siamo scesi al bar; ed abbiamo quindi ordinato.

Credo la colpa vada ascritta alla pizza un po' troppo saporita della cena, ma avevo sete nel senso non alcolico del termine. Pertanto ho iniziato a bere acqua tonica; e Geordie, dal ligio nostro tassista dei sabato sera, parimenti analcolico. Fabio un po' meno, considerato che presto ferma chiamando a gran voce (e con l'epiteto da me affibbiatole appena entrato e vistala) "Casa nella Prateria", e deve trovare una scusa per congedarla, visto che già s'avvicina inquisitoria, né io ho intenzione di sostenere alcuna conversazione con estranei.

Dopo il Ritual si scende, come per consumato tradizionale rito, alla Lanterna delle Fiorine, dove l'ottimo oste Gio' ha esperienza delle peggiori serate alcoliche della storia, nostra e altrui. Solitamente abituati al bar deserto, quest'anno o l'Afrostation (discoteca per maniaci della musica di cui il nome sita tra Ponte Selva e le Fiorine) riscuote molto più successo del solito o siamo capitati in una serata importante, perché la Lanterna è tradizionalmente locale da preserata, in quanto il rapporto tasso etilico/costo è il più alto dei dintorni (e dunque uno va in disco già ciocco); tanta, infatti, era la folla convenuta che alcuni (due folli, il termometro dell'auto segnava lo zero) sedevano sui tavolini esterni ed all'interno erano esauriti i posti a sedere. Ordiniamo al banco (dietro al quale infilati stanno i superalcolici più strani), ed io provo/trovo dopo anni la mitica Cedrata Tassoni (La Lanterna tutta è un posto un po' anni Settanta); e così, dopo che una prima tappa di sabatoseranti si allontana per andare a ballare, conquistiamo il posto a sedere.

Ma ormai si avvicina l'una che è l'ora a cui il mio timer interno dà il logout. Appena saliamo in auto, per scendere a valle e fermarci a Vertova ove il famelico Fabio deve attaccare la pizzeria d'asporto "del romanista" aperta tutta notte; ma m'addormento, in una massa informe sul sedile posteriore, ben prima di arrivare a Ponte Nossa. Svegliatomi e fatto entrare in pizzeria, dopo due minuti sto di nuovo cascando dal sonno sulla panca d'attesa; e dunque seguo il consiglio di tornare in auto ed attendere lì. Non so bene per quanto, perché mi riscuotono un attimo appena hanno finito di mangiare, ma io non rispondo che con un mezzo verso; e subito dopo sono fuori dal mio cancello. Per quanto mi riguarda, poi, mi considero teletrasportato dal cancello al letto, perché non mi sono svegliato, lungo il tragitto. Ed erano già venute le due...pensa! (spero non abbiano compiuto reati nel lasso di tempo in cui ho dormito, perché non voglio né essere coinvolto né fornire strani alibi).

La lezione che tutto questo ci dà, cari amici, è che se non mi preparo per tempo, o dormendo fino a più tardi (giacché per me "tardi" è le nove, la domenica) o non facendo nulla tutto il giorno per accumulare energia, all'una o poco più tardi mi spengo; quindi non sono mai una buona compagnia nei lunghi ritorni automobilistici. Specie se in auto si è solo in due, perché non è che riesca a rimanere sveglio per solidarietà all'autista. (dovrei accennare a quella volta, a Jesolo, in cui mi stavo effettivamente addormentando alla guida, ma non voglio spaventare nessuno, meglio che non si sappia quale...)

1 commento:

Mirco ha detto...

La vita notturna della val seriana :D