Nel resoconto "a tappe" del fine settimana il posto d'onore deve andare a venerdì sera, nel quale si è concretizzato il progetto della cena della III B Savoia 2000, ovvero la cena delle medie. Sebbene il venerdì sia per me una serata un po' blindata, essendo il giorno della catechesi degli adolescenti, con un minimo di organizzazione si riesce a fare tutto, ed anche ad infilare un'altra cena prima del catechismo.
Quando, dunque, finisce l'incontro salto in macchina e mi precipito a Treviolo, all'indirizzo che mi era stato segnalato via mail dai miei compagni organizzatori; ed arrivo in un ristorante deserto, con gli sguatteri che puliscono i tavoli quando, pochi secondi prima, Corna mi assicurava che non si erano ancora alzati e ti aspettiamo. Peccato aver omesso di segnalare che era avvenuto un cambio di ristorante, e che si era a Bremate Sopra - per fortuna a pochi minuti d'auto ed in zona a me ben nota.
Entro nel ristorante (di cui ho scoperto esistere un clone a Clusone, pensa te) e mi guardo attorno spaesato perché, pur avendo in mente più o meno come dovesse apparire la tavolata, non riuscivo a rintracciarla. Finché una ragazza si sbraccia al mio indirizzo, è una ragazza dall'aria nota, ergo deduco che quello sia il tavolo. Ed infatti trovo quanti avevo visto più di recente (Corna e Giupponi, per la cronaca), quanti di cui ho il contatto FB e dunque ho visto foto recenti (Gatti, l'Ambrosini) ed altri inconfondibili (il Deda, e Pasquale ora diventato De Pasquale). Stanno finendo di cenare, ed io mi sistemo al posto tenuto riservato per me e desolatamente rimasto intonso, scusandomi spiegando loro i miei mille impegni, ed entrando a gamba tesa nelle conversazioni che si stavano tenendo dal mio lato del tavolo.
Ho presto notato che era in corso una discussione abbastanza vivace a sfondo politico, essendo state parecchio divergenti le posizioni politiche assunte dai miei ex compagni. Cerco di tenermene alla larga, ma non so se sia stato meglio finire coinvolto da De Pasquale sul rapporto tra cristianesimo e democrazia (tramite la quale lui voleva spingermi su posizioni antidemocratiche, cui sempre s'è attenuto); e comunque a cosa serve essere democristiano nell'animo, se non a non far degenerare in rissa il confronto tra il tipico leghista e la tipica "io non mi sento bergamasca ma siciliana". Presto la cena viene conclusa, e la maggior parte delle nostre compagne va a casa o vi si fa riaccompagnare; mentre noi uomini, dopo aver perso Deda, puntiamo su un bar.
Dal quale, al termine di lunghe discussioni che non sfiorano né politica né studio né lavoro, ma la più sentita questione del dating pool, veniamo scacciati all'orario di chiusura. Perché tra una cosa e l'altra si sono fatte le due; e, ritrasferitici di fronte alla Savoia (nella foto la triste assonometria di Virtual Earth), abbiamo proseguito la discussione fino all'insorgere dei primi segni di congelamento. E ci siamo congedati augurandoci di vederci più spesso (l'ultima cena di classe, se ben ricordo, risale a circa tre anni fa). E mi sono augurato (tra me e me, per non essere scortese) che la prossima volta non manchi qualcuna che è mancata stavolta.
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