Girovagando qua e là, ho trovato questa particolarissima classifica.
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sabato 29 settembre 2007
Complotti della storia
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giovedì 27 settembre 2007
La Castagnata di Rosciate
Un post tanto pour parlé, perché i risvolti meteorologici di questi giorni mi hanno precluso la programmata camminata del mercoledì, e spero che il tempo si metta al bello per sabato per poter recuperare - tra l'altro per domenica ho preso un impegno, e quindi niente traversata del Passo di Salmurano che si profilava all'orizzonte.
Questo fine settimana, partendo da oggi, il mortuorio che caratterizza l'Oratorio di Rosciate viene vivificato dalla festa anche nota come "Castagnata", una sorta di riedizione in piccolo della Sagra dell'Assunta che però, essendo io sempre al mare nel periodo in cui si tiene, è l'unica festa di paese a cui abbia mai partecipato.
Non che ci sia niente di speciale, in ispecie poiché, solitamente, il primo giorno non si mangiano castagne (e allora che castagnata è, chiederanno i miei lettori - ma è sempre stato così, e l'altro anno gli organizzatori hanno fatto muro contro la rivoluzionaria proposta di offrire pollo nel menu, chissà cosa succede se si cucinano le caldarroste (boröle) il giovedì). Ma è una buona occasione per bere insieme agli amici, senza neanche dover decidere chi guiderà nel ritorno. Per vedere gente che di solito non si fa mai vedere in giro (penso alla Panseri, ad es.). Ho già detto per bere?
Poi vi aggiornerò sui risultati.
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lunedì 24 settembre 2007
Passo del Cristallo - 2895 m
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giovedì 20 settembre 2007
Conquista del Monte Alben
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domenica 16 settembre 2007
Traversata Calvi - 14 e 15 settembre 2007 (2)
Giorno II
Tappa più impegnativa per le ore di cammino, mentre il dislivello in salita è decisamente meno. Del resto, al rifugio Calvi, sono già a 2015 m. Peccato che tutta la salita di oggi sia concentrata in un'unica soluzione di circa cinquecento-seicento metri lungo la ripida Valle dei Frati. Comunque si parte pochi minuti dopo le sette e si inizia a scendere la sterrata in direzione della diga del Lago di Fregabolgia, e facciamo subito il nostro incontro con un camoscio che attraversava balzellon balzelloni la strada. Scesi ai piedi della diga continuiamo sul sentiero per Pagliari, frazione di Carona, finché ad un certo punto abbandoniamo, sempre in discesa, la strada per divallare a sinistra lungo il sentiero che porta al rifugio Gemelli. Attraversiamo il giovane Brembo su un'opera di presa e camminiamo per un altro quarto d'ora abbondante in costa, su un sentiero abbastanza stretto ma molto comodo. Quando siamo scesi abbastanza abbandoniamo il sentiero per salire decisamente a sinistra, dapprima per strette serpentine lastricate in maniera approssimativa diversi decenni fa, fino alla Diga del Lago dei Frati. Superiamo la diga a sinistra e ci si impone di tirare il fiato; la vista della valle non ci permette di vedere il passo che vogliamo raggiungere perché rotta da almeno due ripide erte da risalire senza che da qui si scorga alcuna traccia di sentiero. Percorriamo la sponda sulla destra orografica del lago, praticamente vuoto, quasi in piano e poi scendiamo nella conca detritica dove la traccia è praticamente assente, ma frequenti segnavia indicano la direzione da percorrere. Rimontiamo ancora sulla sinistra, al confine tra la magra verzura ed i detriti, a mezza costa, ed affrontiamo le ripidissime salite, sempre su traccia molto approssimativa, che solo raramente consentono di riprendere il fiato od anche solo di fermarsi in sicurezza. Dopo un'ora abbondante che abbiamo lasciato il Lago dei Frati, ad un paio d'ore scarse dalla partenza, arriviamo finalmente alla testata della Valle e rimontiamo l'ultimo tratto per arrivare allo spartiacque tra la valle dei Frati e quella del Lago Colombo, dove si incrocia il sentiero che sale dai Laghi Gemelli e dove a sinistra, a mezza costa, si arriva con un paio di saliscendi al Passo d'Aviasco. Nonostante non sia prestissimo, perché sono circa le nove, complice una leggera copertura di nubi sembra che la luce faccia capolino solo allora riflettendosi sull'ampia superficie del Lago d'Aviasco. Iniziamo a scendere, a ritmo tanto sostenuto che in meno di venti minuti siamo sulla diga. Da qui c'è una decina di noiosi minuti per scendere alla Diga del Lago Nero e, nuovamente, tra gli impianti elettrici, alla Capanna Lago Nero, gestita dalla sottosezione CAI dell'Alta Valle Seriana. Incontriamo le prime persone di oggi, se si escludono due che salivano al Calvi di buon'ora. Da qui al paese di Valgolgio, comunque, incontreremo numerosi escursionisti, perché l'escursione non è impegnativa ed è sabato mattina. Si scende abbastanza decisamente al Lago Sucotto (ottima presa d'acqua, in teoria ce n'è anche alla Capanna Lago Nero ma oggi è poco più di un filo), posto su una bastionata che incombe sulla Valgoglio e da cui parte la condotta forzata per la centrale elettrica, e di nuovo giù prima tra rocce che ormai si sono fatte assolate e poi tra alberi e nel bosco via via più fitto. In capo ad un'altra ventina di minuti arriviamo su una bella strada forestale nella fitta abetaia che percorriamo in discesa (altra ottima sorgente) fino a raggiungere il paese di Valgolgio (non è la strada più rapida, perché per quella ad un certo punto si lascia la mulattiera per tagliare nel bosco, ma così si arriva direttamente in centro e non alla centrale elettrica). Già negli ultimi minuti della discesa, quando il sentiero segnato (che misteriosamente non si trova sulla carta della commissione sentieri del CAI BG) taglia in più occasioni la strada asfaltata, e sprazzi di pascoli si aprono sulla sinistra, in presunta direzione di Ripa, dove ho lasciato l'auto e devo tornare, inizio a cercare senza esito il segnavia biancoverde del sentiero Alto Serio, che dovrebbe condurmi alla mia meta, ma di tentativo in tentativo, e nonostante un frammento di carta che avevo visto al rifugio, scendo fino ad arrivare in centro, di fronte al municipio di Valgoglio. Qui saluto il mio compagno di viaggio Angelo, che sarà recuperato da un amico, ed affronto la parte più rischiosa della giornata, arrivare a Ripa su sentieri praticamente non segnati (io ero convinto che lo fossero, ma il duro confronto con la realtà mi ha dato torto). Le signore del locale negozio di alimentari sono in disaccordo, se sia meglio scendere sulla statale e risalire nell'altra valle, oppure risalire ad un valico con relativa cascina per scendere a Ripa nell'altro versante, oppure ancora arrivare a quelle case a mezza costa e chiedere. Ci arrivo in dieci minuti di mulattiera, ma non trovo anima viva, se si esclude una squadra di muratori degli Spiazzi - almeno stando a quello che dice il furgone - da cui non credo di venire a sapere nulla, ed allora mi affido al naso. Percorro una strada asfaltata a mezza costa per cinque minuti fino ad arrivare alla stazione ecologica di Valgoglio, a sinistra della quale si sale di pochi metri per raggiungere una casa abbandonata e cadente oltre la quale un sentiero, stretto ma non difficile, procede sempre in piano nel bosco. Questo sentiero ne incrocia spesso altri, che salgono o scendono, ed io cerco di mantenere sempre la stessa quota, anche quando è più facile a dirsi che a farsi. Non sono certo di dove sto andando, e temo quasi di finire a Colarete, frazione di Valgoglio più bassa di un centianio di metri, ma ad un certo punto, nei radi sprazzi di cielo, intravedo il versante degli Spiazzi di Gromo, dall'altro lato della Val Seriana, ed intuisco di non aver sbagliato. Altri cinque minuti, in tutto venticinque dal centro di Valgolgio, ed è chiaramente visibile la chiesa di S. Maria di Ripa di Gromo. L'ultima difficoltà e raggiungerla aggirando alcune proprietà private, ma non è un'impresa improba, solo una ventina di metri di fastidiosa salita. Eccomi arrivato, proprio mentre suona il mezzogiorno.
Ore di cammino: 4 ore ca il giorno I, 5 il giorno II (a fronte di un tempo previsto di 4h30'+6h45')
Quota max raggiunta: Passo di Aviasco, 2289 m slm
Dislivello in salita: 1422 m il giorno I, 529 m il giorno II
Difficoltà del percorso: EE la salita da Ripa al Passo Portula, E la discesa al Calvi e fino all'inizio della valle dei Frati, EE la salita al Passo d'Aviasco, E la discesa fino a Valgolgio e la traversata per Ripa. Per vedere il percorso, ecco il collegamento al file per Google Earth
Pubblicato da Cassa alle 07:41 0 commenti
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sabato 15 settembre 2007
Traversata Calvi - 14 e 15 settembre 2007
Giorno I
Sulla carta è una traversata non facilissima ma nemmeno devastante, certo la salita da Ripa di Gromo fino al passo Portula rientra nella categoria EE ma sembra che la classificazione sia fatta per il dislivello più che per difficoltà tecniche. Allora parto con calma da Rosciate, in modo di essere sul sentiero per il ragionevole orario delle 8.45; e la prima grana la vedo subito, che io ho parcheggiato praticamente nell'unico posto disponibile, ma la strada continua asfaltata e vietata ai non residenti per altri dieci minuti di noiosa salita, per poi incrociare il segnavia che sale da Gromo (CAI BG 233) e mettersi su una mulattiera ben tenuta ma abbastanza ripida che entra nel bosco. Qui le cose si fanno un attimo più complesse perché il bosco è pieno di sentieri che si incrociano (la segnaletica è abbastanza scarsa, a dire il vero) e io finisco, nell'ordine, una volta alla stazione di presa di un piccolo acquedotto, dopo la quale il sentiero, che prima era troppo ben tracciato per essere vero, finisce miseramente contro un macigno, e l'altra in un sentiero nel quale, dopo aver camminato cinque minuti senza un segnavia, mi sorge un dubbio e faccio dietrofront, trovando dopo poco il sentiero vero. Questo tratto è abbastanza noioso e faticoso, fortunatamente appena prima del termine del bosco c'è una vivace sorgente a cui mi rifocillo. Passo sotto una baita, con annessa vecchina con annesso cane, dopodiché attraverso a mezza costa una macchia di arbusti piegando verso nord (fino adesso ho viaggiato più o meno verso est) e riesco dopo poco in una zona di pascoli dove dovrei incontrare le baite del Cardeto. Qui incontro gli unici esseri umani di razza escursionistica di tutta la giornata. La piana del Cardeto, punteggiata in alto alla mia sinistra da piccoli laghetti che volendo si possono raggiungere in pochi minuti, almeno in questa zona che è dominata dalla Baita bassa (sapete che gli alpeggi si dividono di solito in baita bassa, di mezzo e alta), è una vasta torbiera su sostrato di minerali ferrosi, che colorano di rosso la vegetazione e le acque del pigro torrente. Il sentiero inizia a salire ripido per arrivare alla baita di mezzo, che è ristrutturata ed adibita a ristoro festivo, e quindi è chiusa, dove è canalizzata una sorgente che sgorga qualche decina di metri più in alto - ma l'acqua sa di ferro...voto zero. Il sentiero si fa più ripido e faticoso piegando sotto le falde rocciose del Monte Reseda verso sinistra, e salgo tra le nebbie che ormai avvolgono me e le cime. Il passo Portula, che appare di quando in quando tra le nebbie, da qui sembra abbastanza stretto, ma so dalle relazione che è in realtà una sella ampia e comoda, e dopo una decina di minuti di sofferenza vi approdo, mentre per miracolo le nebbie, almeno dal versante brembano che ora devo discendere, si sono dissipate (o forse non ci sono mai state, il brutto è tutto alle mie spalle). E' quasi mezzogiorno, e nonostante il tempo si sia messo al bello non ho animo di affrontare la vetta del Madonnino, che mi sovrasta di ancora trecento metri sulla sinistra, verso ovest, considerando che dovrei tornare qui in ogni caso. Al contrario, è ormai chiaramente visibile il rifugio Calvi, mia meta per oggi, che in un'ora scarsa di discesa dovrei raggiungere. Visto che non vale la pena andarci subito, me la prendo comoda nella discesa e tocco, risalendo alla sinistra del sentiero, sotto un'imponente frana detritica che è scesa dal sovrastante Monte Cabianca, il Lago dei Curiosi, nei pressi del quale consumo il parco pranzo e che offre una bella vista sulle importanti vette del Diavolo di Tenda e del suo fratello minore il Diavolino. Dopo pranzo, in una ventina di minuti arrivo al rifugio dove mi sistemo e passo il pomeriggio in relax (sono infatti arrivato intorno alle 14) leggendo la relazione della spedizione himalayana del CAI BG del 1974. Incontro anche compagnia (Angelo, giovane operaio di Bossico, cugino di quella Serena che studia matematica in Bicocca) per il tratto di domani, che però adesso non ho tempo di descrivere. Alla prossima
Pubblicato da Cassa alle 20:30 0 commenti
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mercoledì 12 settembre 2007
L'antipolitica e Beppe Grillo
Pubblicato da Cassa alle 10:23 0 commenti
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martedì 11 settembre 2007
Fine settimana al Lido di Jesolo
Pubblicato da Cassa alle 17:29 0 commenti
mercoledì 5 settembre 2007
Ma quanto è lunga la Malga Lunga?
Pubblicato da Cassa alle 09:36 2 commenti
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