domenica 15 aprile 2007

Canto Alto

Essendo incominciata, un po' in ritardo ma già troppo calda, la bella stagione, cosa ci può essere di meglio che utilizzare i venerdì, che l'università squisitamente ci lascia liberi, per girare in montagna, in quasi assoluta solitudine?

Essendo ancora le prime uscite, giro quasi "dietro casa", e benché già questa settimana volessi buttarmi su un monte che non è proprio una passeggiata, alla fine sono stato ridotto a più miti consigli e ho fatto la tipica passeggiata da cittadino (cioè da residente a Bergamo) e sono salito al Canto Alto (comune di Ponteranica, 1146 m s.l.m.).
Non essendo, come è chiaro, la prima volta che ci salivo (e credo di aver perso il conto, dovrei essere a tre o quattro), mi sembrava poco significativo ripetere la salita "classica", da Monterosso (quartiere di Bergamo) via Maresana e Canto Basso, né tantonmeno la salita "breve", che ho sperimentato quasi con delusione l'anno scorso, da Monte di Nese (frazione di Alzano L.do). Premesso che ci sono altri sentieri d'accesso che non ho ancora valutato, in particolare da Sorisole, ho pensato di salire da Cler di Sedrina, ma la mia scarsa confidenza con la Val Brembana mi ha portato a parcheggiare a Botta di Sedrina, dalla parte opposta di un monte.

(foto aerea della vetta)






La causa principale di questo errore va ascritta al fatto che, salendo da Sedrina, la prima tappa è la località dei Prati Parini, ameni pascoli punteggiati da roccoli in ottimo stato di conservazione, tipica meta da pic-nic, e alcuni vecchi cartelli stradali davano l'indicazione per i Prati Parini partendo da Botta; nel salire lungo il sentiero, che essendo prima mattina era all'ombra e saturo di umidità, mi sono reso conto che c'era qualcosa che non andava, perché non c'erano segnavia sui sentieri e il tutto era affidato al naso del camminatore, ma fintantoché bisognava andare in salita, e puntare più o meno nella direzione dove sapevo essere questi Prati Parini, sono andato su senza problemi. Quando poi, raggiunti i Prati, mi sono immesso sul sentiero CAI che sale da Cler, ho preso tranquillamente un buon passo e sono arrivato in vetta in tempi brevi (1h30' da Botta, 40' da Prati Parini, benché i segnavia dessero un tempo doppio). Su in vetta c'era poco di che godere: l'umidità della pianura copriva il panorama che di solito è ben ampio, a 360° - non si vedevano nemmeno le cime dell'Alben e del Grem; ed inoltre c'era abbastanza sole da far preferire stare riparati all'ombra di una roccia. Sembrava sarei riuscito ad essere a casa intorno a mezzogiorno, ma non avevo fatto i conti con i sentieri. Nessun problema fino ai Prati Parini, ma da lì bisognava scendere a Botta abbandonando il sentiero segnato e ripercorrendo il tragitto dell'andata. Giammai! La mappa del Parco dei Colli di Bergamo che mi sono portato dietro (molto saggiamente) è nuovissima, quindi potevo benissimo individuare un nuovo sentiero per scendere a valle. Già mi ero accorto di un "buco" della mappa, nella salita, per cui sapevo che avrei attraversato il letto secco di un ruscello benché sulla mappa non fossero segnati sentieri: al di là di questa valletta, poi, mi sarei ritrovato sul sentiero segnato. A complicare la vita, però, arriva il gruppo Falchi di Sedrina, che ha allestito, lungo il sentiero nel "buco" della mappa, un'area campeggio e barbecue, e che segnala che, abbandonando il mio sentiero e scendendo sulla sinistra, sarei arrivato comunque a Botta. Proviamola, mi dico, e lascio il sentiero vecchio per quello nuovo (che, come insegna il proverbio, non è mai molto saggio). Dopo aver percorso tutta l'area picnic per cercare il sentiero che scende a valle, e non avendolo trovato, mi dedico alla divertentissima, ma lunga, attività del fare il punto sulla mappa, per essere sicuro di dove mi trovassi e scegliere la direzione verso cui cercare il sentiero (infatti la zona è fittissima di sentieri, e andando dalla parte giusta ne avrei trovato uno, prima o poi: non volevo darmi per vinto e tornare sul vecchio sentiero, che tra l'altro, ad occhio, girava un po' troppo largo e quindi mi faceva perdere tempo). Aiutandomi col torrente, la presenza di pascoli o bosco, e l'indicazione di inesistenti ruderi, mi accorgo di dove sono: e puntando una particolare direzione avrei seguito un sentiero segnato sulla mia mappa. Dopo aver girato un po' a caso in quest'area picnic (estesa e sparsa tra pascoli e bosco, su un dislivello di almeno sessanta metri) trovo una traccia di sentiero che corrisponde alla direzione della mia bussola, e la prendo. In breve tempo diventa un sentiero un po' più serio, il che mi rassicura sulla bontà della mia scelta. Ma, ad un certo punto, la tragedia - che mi potevo aspettare avendo letto la cartina: un crocicchio di sentieri senza alcuna indicazione (cartello, freccia indicatrice, che altrove erano state sprecate, migliore o peggiore stato del tracciato) di quale prendere. Uno, allora, di solito pensa: prendo il sentiero che va in discesa, e più o meno andrà bene. Ecco: c'erano tre sentieri che partivano in discesa e che divergevano. Una possibilità su tre, la prima la sparo a caso: mi butto a sinistra. Dopo cinque minuti mi accorgo di due cose: la prima è che non sto perdendo quota abbastanza velocemente, e tra gli alberi intravedo, sotto di me, i posti da cui ero partito, la seconda è che sto puntando diretto la Valle del Giongo, escursione molto interessante ma che non volevo fare, essendo mio interesse rientrare in paese. Se, per disgrazia, fossi sceso nella valle, avrei dovuto risalire per raggiungere l'auto: decisamente sgradevole. Torno indietro, e decido di affrontare seriamente la scelta, con cartina e tutto il resto. Altro tempo perso, e mi accorgo che è giusto il sentiero in mezzo. Questo parte in ottimo stato, e poi assume sempre di più l'aspetto di un canale spontaneo in cui scorre acqua in caso di pioggie ingenti. Per fortuna era secco, ma la terra era talmente liscia che bisognava scendere quasi "sciando" sulla terra, appoggiandosi alle racchette e procedendo a balzi. Come se non bastasse, incrocia almeno altre cinque tracce - canali di scolo che fanno perdere completamente l'orientamento, tra ricongiungimenti, percorsi alternativi e vicoli ciechi. Nel dubbio io procedo balzando sempre più in discesa, cercando di non pensarci troppo, anche perché mi accorgo che sto scendendo nella direzione giusta: di fronte a me, dall'altro lato della valletta che sto scendendo, ci sono le baite che ho costeggiato in salita, quando avevo affrontato l'altro versante. Praticamente "piombo" sul sentiero dell'andata, a pochi metri dalla mia auto, dove - appena partito - mi ero posto la domanda se quella traccia sulla destra era un sentiero vero oppure il segno fatto dal transito di motocross indisciplinate. La mia discesa è durata due ore, e mezzogiorno è già passato - l'ho sentito suonare dalla Parrocchiale di Botta mentre ero fermo al crocicchio, cercando di fare il punto. Però sono arrivato ancora abbastanza presto, e soprattutto ho fatto sentieri non banali - che penso siano percorsi solo da qualche residente della zona che va a far legna nel suo tratto di bosco.



Foto della vetta del Canto Alto:


Percorso seguito all'andata (quello di ritorno non è molto distante, ma dopo i Prati Parini si mantiene più sulla destra, per ricongiungersi all'altro proprio alla partenza)



2 commenti:

gianpietro ha detto...

Caro Matteo Casati, facendo alcune ricerche sono finito in questo blog. Con mia grande sorpresa e sconcerto, ho trovato una mia foto scattata esattamente il 27 Aprile 2003, in occasione di una gita al Canto Alto. Sicuramente la foto l'hai scaricata dal sito www.valbrembanabike.com con il quale, ai tempi, collaboravo, preparando percorsi in MTB. Mi sembra molto scorretto da parte tua, appropriarti di una foto altrui, senza chiedere neppure l'autorizzazione! Nel frattempo ho fatto un mio sito corredato da molte foto; visto che ti piacciono le foto altrui, visitalo pure, ma lascia tutto dove è. L'indirizzo del sito: www.percorsimtbvalbrembana.it
Ciao
Gianpietro Giupponi
P.S. se vuoi lasciami pure un messaggio

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.