mercoledì 4 febbraio 2009

Condannato

Non ho avuto una carriera liceale molto tranquilla. In particolare, mi sono sempre - con discreta incoscienza - o sono stato sempre - con più che discreta incoscienza da parte dei proponenti - buttato dentro nelle attività, nei gruppi e nei vari movimenti che agitavano, in quei non tanto distanti sul calendario, ma abissalmente diversi anni, il Lussana.

La cosa che mi ha sempre perseguitato è incontrare gente magari mai vista, che invece si ricorda benissimo di me e delle mie res gestae. Di quelle, per così dire, che un amico comune vi presenta, tu stendi la mano,
«Piacere, Ca...»
e quello/a, di rimando
«Certo, Matteo Casati! Eravamo al Lussana bla bla bla», e tu fai mente locale cercando di ricordare se per caso vi foste mai rivolti la parola, o perlomeno frequentasse i tuoi "ambienti", o insomma ci sia o ci fosse qualche motivo per cui sia inaccettabile la tua espressione contrariata ed il gigantesco punto di domanda che ti galleggia sulla testa.

Solitamente, no. Non puoi certo ricordare, dei milletrecento studenti l'anno, in più considerando il ricambio, questo ragazzino o quella signorina (anche se discretamente piacente, come nel caso in questione) che ora ti stanno presentando. Alibi trovato E la serata continua (con anche una nuova classe di argomenti di conversazione, per giunta).

2 commenti:

Daniel ha detto...

Comprendo bene il problema. La cosa è andata accentuandosi ora all'uni da me. In genere funziona così: io gironzolo per l'uni con fare innocente e una parsona mi placca in giro e fa: "ma tu non sei mica del ... [inserire nome di un'associazione a caso]? Ecco appunto. Non è che potresti ..."

SOB!

Juliet ha detto...

capisco anch'io la cosa, mi capita sempre di essere riconosciuta da qlc che era nel mio vecchio liceo, e io faccio sempre la solita figuraccia di non ricordarmi un nome o una faccia