È diverso tempo che non scrivo dei miei fine settimana, perché spesso ormai galleggiano in una tutto sommato tranquillizante abitudinarietà. E la cosa degna di maggior nota sarebbe il catalogo delle birre provate e l'assottigliarsi della lista delle mancanti.
Ma questo fine settimana c'è stata la cosiddetta riserva OrSI, cioè il ritiro per i giovani degli oratori di Scanzorosciate, ed essendo cosa che avviene solo tre volte l'anno è senz'altro un evento. E, credo, è anche un'esperienza di formazione e di fede importante.
Per via di alcuni problemi di "riflusso" genericamente distribuiti tra gli stessi giovani educatori, ed in mancanza di riscontro da parte degli adolescenti di quinta superiore che, pure, erano stati caldamente invitati a partecipare (ma su questo fatto esprimerò due parole a margine), abbiamo incominciato sabato pomeriggio con i Primi Vespri della domenica, e con un parzialmente abortito tentativo di canto per i salmi (dopo l'imbarazzantissimo inno di lunedì scorso, quello l'abbiamo imparato, ma per il resto ci vorrà tempo). Dopo la presentazione del tema abbiamo cenato, e - esauriti i pochi servizi, anche perché quando si lavora in quindici ci vuole poco a sistemare una sala da pranzo ed una cucina - iniziato con la meditazione (la lezione, più propriamente) serale.
Verso le ventitrè scendiamo dal salone alla sala da pranzo per passare un po' di tempo insieme, chi a giocare a carte chi nell'appena scoperto e nuovissimo Gioco della Bibbia, una sorta di Trivial Pursuit con domande che nemmeno un ebreo osservante che impara a memoria la scrittura...del tipo "Quanto è alto il monte Garizim" o "Quanto pesavano i capelli di Sansone"; gioco che, nonostante gli avversari compiessero scorrettezze come farsi dare il passo biblico in cui trovare la risposta, e il gioco passando dall'essere una prova di conoscenza all'essere una prova di "sfogliamento veloce" della Bibbia, sono riuscito a spuntarla (con una certa dose di buona sorte, anche). Ah!
Compieta e riposo. Riposo, non so per gli altri - o meglio, ho registrato che qualcuno rumoreggiava, ma si sa che dopo l'una di notte mi shutdowno e crollo addormentato, mentre gli altri tardavano a coricarsi nei tre cameroni dei russatori, degli asociali e dei normali (anche se "normali" è una parola un po' grossa).
Pur svegliato alle sei del mattino dal don che andava a celebrare messa prima e dalla suora che scendeva per andare ad aprirgli la porta del convento, e successivamente ridestato con buona approssimazione in un intorno sinistro dell'ora della sveglia, mi ritrovo sveglio pronto e moderatamente arzillo (il quale è un aggettivo che mi spesso mi si addice, come a Baldini) alle otto meno un quarto a colazione. Ed alla messa delle otto e trenta di Scanzo, alla quale avrei anche strimpellato su quell'orrendo moderno organo pneumatico se solo avessi trovato nei paraggi le partiture dei canti.
Dopo messa torniamo al Noviziato per la seconda e più sostanziosa parte del ritiro, introdotta dalle Lodi alle quali ormai abbiamo trovato un modus vivendi per quanto riguarda il canto. Di nuovo nel salone, mentre si apre una giornata radiosa, per la meditazione sulla vita spirituale e l'ora di riflessione personale. Rapida condivisione e conclusione ed abbondantissimo pranzo.
Come opportuno, nel dopo pranzo c'è la pausa, che di fatto si riduce nel passare un'oretta da casa a controllare la posta elettronica, perché sono partito sabato sera che iniziavano ad esserci problemi e, nei due giorni, ero stato talvolto raggiunto da telefonate allarmate riguardo quella che ormai chiamo realtà terz'ultima.
Senza indugiare troppo nella pausa, perché alle diciassette e trenta era stata convocata, sempre in Noviziato, una riunione organizzativa per la festa di Carnevale, e poco conta che con tutta probabilità io non ci sia, è necessaria la presenza di tutti (specie dal punto di vista politico, avendo io insistito con gli altri educatori per trovare momenti da dedicare al Carnevale alternativi all'incontro settimanale di catechesi, che è più importante - «Fossero anche le sei di mattina del martedì», avevo detto). Mentre alcuni si ingozzano con una merenda che è durata oltre un'ora, più che altro a base di Oro Saiwa e Nutella, aspettiamo e facciamo un censimento mentale degli adolescenti che si fanno vivi per collaborare al Carnevale. La riunione, in linea teorica, era aperta agli adolescenti di terza quarta e quinta, in quanto quelli più giovani dovevano lavorare direttamente con i propri educatori, si ritiene durante gli incontri consueti ma, accanto ad alcune rappresentanze piuttosto sparute delle altre classi se ne presentano tre anche di seconda. Che fossero loro più entusiasti di noi per il Carnevale, è evidente. Che molti di noi educatori abbiamo sollevato o potremmo sollevare dubbi di contenuto, e non solo di forma, sul Carnevale, cerchiamo di non farlo trasparire troppo ma nei fatti è così. Ma, già qualche settiamana prima, avevamo optato per l'opportunità di farlo. Ma ritenere che una cosa sia opportuna non significa, ovviamente, esserne entusiasti. Anche perché, se quelli hanno l'entusiasmo ma non la minima capacità organizzativa, o peggio sprecano le proprie energie per polemizzare per la solita triatriba Scanzo-Rosciate-Negrone, alla fine chi deve metterci le mani siamo sempre i soliti, anche se magari quel giorno non ci saremo neanche.
Venuta la sera, organizziamo una pizza con gli adolescenti che sono venuti alla riunione e con i giovani, quelli che si sono fermati dopo un giorno intero di ritiro e quelli che, essendo tornati a casa dopo pranzo e non avendo partecipato alla riunione, stanno arrivando alla spicciolata.
Cena rapida, perché alle nove meno un quarto inizia la preghiera mensile per i giovani, che conclude la riserva ma è, per sua natura, aperta anche e soprattutto a chi non ha partecipato o non fa l'educatore degli adolescenti. Preghiera, ancora, aperta anche ai nostri adolescenti di quinta e che ha, però, visto la presenza solo dei due che hanno partecipato alla riunione e si sono fermati per cena e già che erano lì.
Ed ora le due parole che avevo preannunciato in merito agli adolescenti di quinta superiore. Avevamo caldeggiato la loro presenza, anche perché ci sembra che, nonostante gli incontri settimanali del venerdì siano spesso interessanti e profondi, non ci sia mai tempo di portare avanti un discorso sufficientemente continuativo - e, in effetti, per quanto si possa tirare in lungo non è esattamente consigliabile finire un incontro alle undici, quando tutti devono andare a scuola l'indomani; inoltre, poiché auspichiamo che né il gruppo né i contenuti degli incontri vadano persi quando, da giugno, sarà terminato il gruppo adolescenti e loro dovranno scegliere se, ed in che forme, impegnarsi in parrocchia e nell'oratorio, se prendersi carico degli adolescenti o dei ragazzi delle medie, o fare il cammino per i giovani in ricerca (anche se io spero che, dopo questi due anni di cammino serio, sia più il momento della decisione che quello del solito sono in ricerca), o ancora semplicemente il percorso delle preghiere mensili. E ci sembrava bello, visto che ormai sono più giovani che adolescenti, condividere con loro anche la riserva, che per noi è il momento più forte dell'anno. Ma, nonostante le ripetute sollecitazioni, nessuno è voluto venire. Anche, e soprattutto, quelli che viaggiano circonfusi da un'aura di superiorità morale o intellettuale; che, non solo adducendo ragionevolissime giustificazioni, ma appellandosi anche alla legislatura, alle precedenti sentenze ed alla libertà dei Figli, hanno praticamente sbattuto la porta in faccia alla proposta, a nostro avviso (e nostro avviso parziale e maligno, certo), perché il loro sabato è sacro neanche fossero ebrei. E sopravanzati da quanti, magari meno spirituali, ma se c'è da preparare la festa di Carnevale... ed alla riunione sono venuti, per fermarsi a cena ed alla preghiera, non si sono visti nemmeno a sera.
Ora, il punto non è che io mi metta a lanciare maledizioni dal pulpito per il gusto di farlo, o perché voglia che tutti pedissequamente si conformino alle propopste che facciamo loro, ma perché ritengo davvero che tali proposte siano bene per loro, per oggi e magari anche per il domani, che non si possa vivere degli entusiasmi del CRE una volta l'anno e dell'uscita invernale ma che si debba assumere una scelta che è importante anche e soprattutto quando è faticosa e si preferirebbe uscire a bere con gli amici o correre dietro alla ex morosa tornata libera da pochi giorni. Si capisce, da querste righe, che non voglio nascondere come domenica fossi veramente amareggiato. Amareggiamento che, fortunatamente, è rientrato, avendo sentito qualcuno di loro comunque interessato al Carnevale o a quello che abbiamo fatto. Ma non cambia la convinzione che abbiano perso un momento importante, e che avrebbe potuto far loro del bene.Pace.
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