martedì 26 giugno 2007

Fisica III ed altre novità

Sono stato indeciso un bel po' prima di riprendere in mano il blog.
In primo luogo, perché l'ultimo post mi piaceva molto (per quanto le cose tristi possano piacere) per l'eburnea statuarietà del pezzo, che non lascia discussioni aperte benché si veda che non è tutto lì; ma credo che il pudore che dovrebbe circondare il dolore faccia da freno inibitore alla curiosità altrui.
D'altro canto, neanche far morire il blog - insomma, io non sono morto, nonostante il colpo, forse per via del fatto che mi considero spiritualmente morto da un paio d'anni, e quindi neanche fare eutanasia sul blog era una cosa giusta.

Così aggiorno. Ci sarebbero parecchie cose da dire su questo benedetto/maledetto Centro Estivo che mi porta via un sacco di ore che dovrei, piuttosto, dedicare allo studio, ma limitiamoci ad un minimo di cronaca odierna, segnata dallo scritto di Fisica III - modulo II.
Mi dicono che il tema era difficile, a dire il vero non ho avuto nemmeno un cedimento su cosa andasse fatto e come lo si dovesse fare: benché il tempo che ho avuto per studiare non sia stato così tanto, ho imparato discretamente bene. Peccato per la calcolatrice, che ha portato da sola ad un errore sul finale del terzo esercizio (dopo aver ricavato un'elegante formula per finire un passaggio prima), ma con i gradi invece dei radianti nell'argomento del coseno mi ha sballato il risultato di pi/180. E, nel finale del quarto esercizio, mi lascia tutt'ora perplesso il passaggio da energia a frequenza di precessione, perché a dispetto delle fin troppo facili apparenze NON è vero che E=omega h/2pi, in quanto non è vero che L*S=Jh/2pi, ma L*S=1/2*(j(j+1)-l(l+1)-s(s+1)), il che mi lascia perplesso per via dell'assenza di l ed s, nonché j, dal testo del problema. Alla fine, avrò preso 27 o 28, stai a vedere. Però poi c'è l'orale, le cose dovrei saperle, potrebbe andare bene

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domenica 17 giugno 2007

L'ultimo viaggio (1)

Piove. Ormai è diventato il leitmotiv del mio dolore. Dovrebbe rimanere privato, non essere sbattuto in faccia a tutti; non è il dolore di uno.
Ma non so; forse è davvero il dolore di uno solo, ed in tal caso è più intenso.
È scritto; perché non sono un Lotofago, né un amante della rimozione psicologica, con tanta pace di Freud. Ma andrà lett0?


L'auto attraversa lanciata la pianura buia. Dal finestrino abbassato entra il frinire di grilli e cicale. È estate, oggi è la prima sera in cui te ne accorgi. Cerchi di andare sempre più veloce, per lasciarti alle spalle la Milano chiusa dalle sue tangenziali, la Milano che, come città, disprezzi, e che solo negli ultimi mesi hai iniziato a conoscere.
A conoscere non per merito tuo. Dillo, avresti mai pensato di andare a Milano un sabato sera, o non era forse tra le cose che eri certo non ti sarebbero mai capitate?

Ma poche ore fa eri lì, che cercavi un parcheggio tra corso Buenos Aires e piazzale Caiazzo. Che contrattavi con il parcheggiatore la tariffa. Che, come sempre trepidante, aspettavi che scendesse le scale.

Naturalmente, è scritto tutto, e questo è solo l'incipit. Ma non so...non credo vada pubblicato. Attenderò suggerimenti

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giovedì 14 giugno 2007

Laboratorio di fisica dietro le spalle

Non solo perché, come qualche mio collega illustre, ritengo che siano esami inutilmente pesanti, quelli di laboratorio, ché la teoria viene già affrontata e richiedono un'infinità di tempo per preparare relazioni, tabelle e seghe mentali varie. Ma perché l'approccio sperimentale alla fisica di questi anni corre più il rischio di far vedere quanto poco conti l'esperimento, quanti siano gli errori e come tutti falsifichino i dati (addirittura il grande Keplero si è inventato l'orbita di Marte per mostrare che era ellittica, e chi siamo noi per far meglio di Keplero?); e perché se costruisco un circuito si smonta da sé, senza toccarlo, o se devo allineare un laser sposto il tavolo perché non trovo l'apposita thumb-screw, e quindi l'attività manuale ed io siamo proprio in antitesi.

Quale che sia il motivo, anche la fatica di sopportare le dinamiche, quasi mai virtuose, del lavoro di gruppo, non vedevo l'ora che finisse. Ed è finito. Bene: mi porto a casa un trenta e dieci crediti. Un diciottesimo di laurea triennale.

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sabato 9 giugno 2007

Teoria sugli spettrometri

Dopo lunghe fatiche, posso finalmente presentare al mondo un minimo risultato di fisica che dia una certa soddisfazione, cioè la trattazione teorica delle questioni riguardanti gli spettrometri per il laboratorio.

Teoria per spettrometri a reticolo e a prisma

Si aspettano commenti (ma chi prendo in giro?)

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domenica 3 giugno 2007

Invece di studiare

Questo fine settimana partiva un po' come IL fine settimana rovinato, perché Gorini aveva fatto spostare lo scritto di fisica II da settimana scorsa a domattina, e così si è bruciato un fine settimana di studio, con tutti i progetti che avevo. Di questi vari progetti per il fine settimana, quello senza ombra di dubbio più divertente (anche se non il più interessante) consisteva in una due giorni nella casa in montagna di uno di noi, ad Ardesio, dove mangiare, bere, e guardare stupidi DivX al computer.
Ma io dovevo studiare, e così mi sono bruciato la due giorni di divertimento spensierato; ma non si poteva rinunciare del tutto. Così, nel tardo pomeriggio di ieri, sotto una pioggia battente che faceva venire voglia di fare qualsiasi cosa tranne mettersi al volante, dopo aver diligentemente passato la mattinata sui dielettrici, mi sono messo in viaggio alla volta dell'alta valle, dove ho cenato, passato la notte e la mattina di oggi, per scendere a casa per pranzo (in tempo per infilarci un'ultima studiatina di fisica).
Potrei dedicarmi a descrivere con pignoleria ineguagliabile chi eravamo, cosa abbiamo mangiato e fatto, in quale dei paesini dimenticati da Dio abbiamo passato il sabato sera o in che stato era ciascuno di noi stamane, ma non sarebbe molto interessante.
Invece, c'è da dire. Vanno detti i grigi vapori che, ieri sera, circondavano le creste di calcare del Monte Secco, va raccontata la croce che, se dal paese si vede, deve essere di notevole imponenza; va detto il ritmico stillare della pioggia sulle piante del giardino sul retro, e le solitarie e deserte strade di Clusone, quando le poche persone si rintanano nell'ultimo bar aperto, affacciato sul parcheggio del Sole che ho sempre visto di notte, al buio; e la facciata della chiesa di colle Crosio, sempre illuminata ed inaccessibile, che spunta da un bosco fitto ed apparentemente impenetrabile.
Queste cose basterebbero, per dire quanto sia profondo il silenzio della valle. Ma il mattino!
Siamo andati due volte ad Ardesio, in entrambe le occasioni il sabato ha piovuto; e la domenica mattina siamo stati svegliati dal più limpido dei soli, che disegna nettissimi i profili delle case, degli alberi, delle cime, che siano affacciate sulla casa o distanti chilometri, mentre la gente si reca, rigorosamente a piedi, al Santuario per la Messa. Sbuffi di nuvole bianche sospese a mezz'aria, riflessi cangianti sulle pozzanghere non ancora asciugate, l'aria frizzante che ti sveglia felice, e lontano, dietro il monte Secco, dietro cima Bani, già avvolte in nuvole mattutine occhieggiano le cime più alte, le creste che scendono dal passo Portula, forse, imbiancate di una neve leggera che è caduta stanotte, il 3 giugno. Non è iniziata l'estate, e già la luce trasfigura l'aulico grigiore, nello sublime spettacolo di pascoli verde smeraldo, e i fitti pecceti quasi neri, e gli azzurri calcari che si inseguono, rotti da scampoli di magri alpeggi, e sempre più in alto, dove le nubi ne cerchiano il capo, scuri dirupi selvaggi, una cresta col suo filo brillante, che mi sogno inviolata, ed il segno della fede degli uomini conficcato nel cielo; che da qui, si vede appena. E, mentre riassetto il disordine di ieri, asciugo i bicchieri, sono là e vado oltre, Santa Maria di Leten e l'Arera, Corna Piana ed il passo Branchino, e ancora - a volo d'uccello - il pizzo dell'Orto ed i Laghi Gemelli, il passo d'Aviasco ed i laghi di Valgoglio, e la Val Sanguigno e il monte Zulino, la Cima di Bani ed ancora qui sotto.

Che c'è, di più e meglio dei monti?

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