lunedì 13 aprile 2009

OrsInfo a Pasquetta

Orrendo neologismo nel titolo per significare la Gita informale degli Oratori di Scanzorosciate Insieme; informale perché era semplicemente una gita senza pretese, degli Oratori eccetera eccetera perché, appunto, siamo andati con un gruppo, ristretto ma bello, dei nostri Oratori; un venticinque persone con cui stavamo larghi nel pullman piccolo.

Dopo che la primitiva ipotesi per meta, cioè le isole di Murano Burano e Torcello nella laguna veneta, era tramontata di fronte all'insormontabile problema del costo, per una settimana abbiamo fatto a gara a chi proponeva la gita più fattibile; ed alla fine, tra le mille proposte messe in campo, l'ha spuntata - eh eh - una delle mie, cioè l'abbazia di Bobbio (PC), anche se poi - per riempire la giornata - al programma si sono aggiunte Piacenza e l'improbabile Grazzano Visconti.
Ma ora ecco una cronaca minima (con il corsivo enfatico perché già immagino che minima lo sarà ben poco.

Considerato che eravamo tornati da Jesolo la domenica sera, la sveglia del lunedì di Pasqua alle sette meno venti non è stata del tutto indolore. Fortunatamente si era in buona compagnia, di quelli che domenica avevano fatto bello, e che si presentano in ritardo all'appuntamento, ore 7.30 piazzale della farmacia di Scanzo. Pochi adolescenti, perlopiù giovani - tra i quali abituées assortiti e personaggi improbabili; alcuni mascherano il sonno con le stupidaggini o - meglio - avendo sonno il loro cervello non mette filtro alle parole; ma è solo quello che credo, e quasi una speranza: la situazione, più che altro, è che l'uscita informale permette anche a quelli che solitamente sono compassati educatori di dar fuori di matto. E così, tra un "Fischi!" ed una risata ci mettiamo in moto, attraversando la pianura padana e, in un paio d'ore abbondanti, risalendo l'appennino - le collinette che qui chiamano montagne, per essere precisi - arriviamo a Bobbio, che ad onor del vero non ci si presenta col suo lato migliore (per intenderci, quello nella foto), ma piuttosto con quello di un noioso paesotto moderno. Superato l'infelice impatto iniziale, ci inoltriamo nel paese e nel centro storico e facciamo un giro a vuoto intanto che individuiamo una chiesa - tra le quattro-cinque presenti - il cui orario delle messe coincida con le nostre esigenze. Troviamo la messa della Cattedrale (già, perché la diocesi è Piacenza-Bobbio) durante la quale ci godiamo la Sequenza di Pasqua cantata in buon latino, e con ottima voce solista, dal celebrante ed un organo con un ripieno finale clamoroso, che quasi Notre Dame a Parigi. Dopo Messa ci inerpichiamo al castello (come? già finita la montagna?) per pranzo, e dopo una rapida visita al monastero rimontiamo sul pullman. E sveliamo perché mi sia venuto in mente di proporre Bobbio ed il monastero di San Colombano (uno dei più antichi del nord Italia, se non il più antico, finché non si abbatté la scure napoleonica); la causa della gita va ricondotta al mio famoso romanzo (Illa Diva de eis qui eam quaeritant, sul sito la riscrittura del primo libro e qualcosina del secondo, ad avere il tempo...) i cui ultimi capitoli e la catastrofe finale sono appunto ambientati al Monasterium Columbani Hiberni, cioè al monastero dell'irlandese Colombano...e volevo vedere un po' dal vivo i luoghi, e mi sa che qualcosina, se mai arriverò a rivedere anche il terzo libro, andrà toccato.

Seconda tappa della gita doveva essere, in teoria, soltanto una mera curiosità turistica, il borgo di Grazzano Visconti, segno di come possano essere folli e geniali i nobili, con questo paese finto quattrocentesco deliberatamente costruito a copiare un inesistente borgo medioevale, costruito ad inizio '900 con botteghe artigiane, case vere (dalla villa di ricchi svizzeri a più modesti appartamenti) ed inspiegabile attrazione turistica (la maggiore attrazione turistica del piacentino, pare) - quando abbiamo visto la folla che ne percorreva le vie abbiamo avuto la tentazione di girare il pullman e fuggire - per un'umanità variegata, dalla solita famiglia di milanesi al gruppetto di gothic-dark-doom-metallari che avrebbero fatto sembrare intonato un novello savonarola a caccia di streghe. Visto che era metà pomeriggio, ci stava una birrettina, ma abbiamo faticato mezz'ora per trovare posto e farci servire all'affollatissima taverna del biscione (perché i fondatori/proprietari del paese - e proprietari da ben prima che il paese avesse la forma attuale - sono, se non lo si fosse capito, i milanesi Visconti) da sofferenti cameriere in pedagnù pseudorinascimentale. Il fornitore di birra del locale è il parmense birrificio del Ducato, cui noi abbiamo pensato di far onore provando...tutte le birre di loro produzione, e trovando alcune chicche veramente degne di nota.

Decisamente soddisfatti ce ne siamo andati, per raggiungere la meta finale, cioè Piacenza cui siamo arrivati nel tardo pomeriggio. L'idea originaria non comprendeva la visita alla città anche perché - non me ne vogliano i piacentini - non è che ci sia chissà che da vedere (a parte sapere del wifi in piazza, ed alcune piacentine passeggianti che però, a occhio, erano sul limitare del Codice Penale) - nonostante noi ci sia messi d'impegno e si siano visitate cattedrale e chiesa di Sant'Antonino.

Rinfrancati in corpo da un frappé con troppo poco gelato ed in spirito da un manifesto della Democrazia Cristiana (non quella schifezza di Rotondi con la bandiera, ma proprio il caro vecchio scudocrociato con tanto di Libertas) che credo sia di Pizza, siamo dunque ripartiti per Scanzorosciate - schivando sbrufì e sbrufù di pioggia e grandine, ma purtroppo beccandoci in pieno tutte le idiozie che menti stanche da una giornata di allegro turismo possono partorire (Guaranita per dirne una, ma anche Starsky e Accy, e troppe - ad ogni modo - per registrarle tutte. Fischi.)

L'unica riflessione è che se noi educatori dobbiamo anche metterci a tirare il "gruppo info", mai nato ente organizzatore di questo genere di attività, stiamo freschi o, come dicevo nell'ultima riunione, mettiamo su un Ordine Secolare e prendiamo tutti quanti i voti (o, visto che va di moda di questi tempi nella Chiesa - e io credo sia colpa degli ambrosiani, è sempre colpa loro - facciamo una congregazione laica che se cambiamo idea siamo sempre a tempo). Ma io lo faccio solo se prima mi precedono tutti gli altri.

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