martedì 13 marzo 2007

Razionalizzare la pioggia

Come la pioggia. Siamo bravissimi a prendere qualsiasi cosa, ad ingabbiarla in un'equazione più o meno elegante, a spogliarla della sua sordida concretezza ed a trovarne una formulazione necessaria. Possiamo parlare di velocità limite, di forza viscosa, introdurre la nostra equazione dv/dt=(mg-bv)/m, e questa è la pioggia.

Così possiamo prendere il problema di settimana scorsa e ricondurlo sotto il nostro controllo. Ho passato una settimana a cercare di razionalizzarlo. Di far sparire l'indistinto affollarsi di sensazioni per tirarne fuori una verità. Ma non c'è. Non c'è verità nella volontà. Questo è un problema. Sarebbe consolante per tutti trovarne. Una cosa voluta, sempre voluta, fortissimamente voluta, diventerebbe vera. Buona. Perché la Verità ed il Bene si accompagnano, e le verità che fanno male sono comunque un bene, per l'ordine delle cose, per l'etica di chi vive, per la vita di chi vuole. Invece non c'è verità nella volontà. Scommettiamo su una cosa, facciamo di tutto per essa, la innalziamo come obiettivo dell'azione e metro del giudizio. Ci dà un movente, finché l'abbiamo davanti agli occhi. Come con le teorie fisiche, la seguiamo fino alle estreme conseguenze; e, proprio quando sembra più forte, sembra poter regolare non solo noi ma tutto, si schianta contro il muro della Verità. Vano sarebbe il nostro agire, se scoprissimo la Verità quando intralcia i nostri piani. Ma si può pensare ad una Mistica della Verità. La Verità si fa scoprire prima, ma al contrario della Volontà non vuole, non fa. Essa è. Il volere, il fare, implicano movimento tra le parti, e ce l'ha già detto Parmenide: non è qui il vero. La Verità è, nessuno di noi la prende e se la mette davanti, già si staglia contro l'oscurità dell'arbitrio, da prima che vogliamo, mentre vogliamo, quando abbiamo smesso di volere. Ma, al contrario delle nostre volontà, non sbraccia, non si coniuga alle misere contingenti realtà. È come una montagna: le nubi delle sensazioni la possono nascondere, ma non ne fanno sparire la mole. Sentiamo che incombe su di noi anche se non la possiamo distinguere. E, come la montagna, non è fine a se stessa. Lo può sembrare; ma ben misera vita se lo fosse. La Verità non fa quasi mai bene all'animo, che invece si appaga delle sensazioni; non ci dice cosa fare; come la montagna punta al cielo, così la Verità indica fuori di sé a chi cerca il Senso (nel senso di significato, non di sensazione). E, a noi, a me, oggi, come qualche giorno fa, è il Senso che manca. Non voglio indagarlo, perché si fa alla svelta a confondere il Senso con il senso, e pensare che abbia Senso quello che ci appagherebbe, o anche, al contrario, che lo abbia quello che ci distrugge, se vediamo solo grigio di umida pioggia. Ma anche la pioggia ha il suo Senso, e l'equazione la sua soluzione.

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